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Quando il buffet è estro e fantasia. Storia di Filippo Catalano, il Food Designer che stupisce i turisti

di: Alessandro Indelicato - del 2017-07-21

Filippo Catalano castelvetranese, 31 anni, la passione per la cucina se l’è ritrovata nel DNA: figlio d’arte di una famiglia di cuochi sparsi per il mondo. La cucina è la sua seconda casa, il suo paradiso in terra. Ha iniziato ad avvicinarsi al mondo culinario dapprima in un rapporto di amore ed odio e poi sempre più con avvincente passione.  

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  • Fin da piccolo, cercando le attenzione del padre, impegnato ai fornelli dei ristoranti e quindi costretto a vederlo in orari proibitivi, Filippo correva con la mamma a trovarlo, provando una sorta di odiosa repulsione per il mestiere che gli impediva di trascorrere la maggior parte del tempo con lui.

     Ma le passioni si hanno nel sangue e a nulla può il risentimento di un bambino che divenuto adolescente sceglie di frequentare proprio l’Istituto Alberghiero di Castelvetrano con indirizzo Ristorazione e Cucina, e la vita lo porta a raccogliere dunque l’eredità del padre e la sua arte.  

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  • La redazione di Castelvetranonews ha incontrato Filippo dove oggi lavora come Cuoco e Food Designer al Grand Hotel di Selinunte, inondandoci di entusiasmo e visione positiva.

    Filippo costruisce e condivide il proprio cammino nel food design: “L’aspetto più emozionante del mio lavoro è che in realtà non creo semplicemente un buffet artisticamente decorato, progetto ricordi e emozioni che provo da cui prendo ispirazione ogni giorno.”  

    Proprio questa è la sua peculiarità, Filippo crea un mix di cibo, fantasia, immaginazione che insieme si concretizzano in fantastici prodotti, servizi e soluzioni che rendono unica la propria esperienza con il cibo.

    E’ un "progettista del mondo alimentare" che studia sempre nuovi modi appetibili per gli occhi oltre che per il palato per presentare il cibo: il suo lavoro dunque parte dalla cucina per poi avere campo libero nella presentazione del buffet, con addobbi e presentazioni particolari, utilizzando sempre temi e soluzioni nuove in base all’emozione del momento.  

    In lui si riconoscono subito umiltà e precisione, non solo nella scelta del cibo, ma soprattutto nell’attenzione e passione che investe in ogni sua creazione.  

    Come un architetto che realizza gli interni del ristorante perché preparino nel modo più giusto il cliente all'esperienza con il cibo, Filippo aiuta a studiare le forme dei piatti e ogni altro elemento di corredo (tovagliati, bicchieri, posate, etc) affinché siano unici e coerenti. Tutto questo serve per far sì che il cliente gusti al meglio, e con tutti i sensi, quello che il ristorante ha da offrire. 

    La scomparsa di amici a lui cari hanno segnato la sua vita:“Durante l’ultimo Capodanno ho subito una grave perdita, un mio carissimo amico Nino Benigno, è scomparso prematuramente, ho sfogato il mio dolore reinventandolo in arte, creando un buffet ispirato al Carnevale del Settecento Veneziano con maschere decorate, è stata la mia maniera per omaggiare il mio amico".

    Grazie alla piena fiducia e disponibilità del direttore del Grand Hotel, Carlo Cascio, Filippo in cucina può dare libero spazio alla sua immaginazione: “Non c’è strumento di comunicazione più importante del cibo al posto giusto nel momento giusto. E’ importante saperlo creare, per gusto ed estetica, su misura delle esigenze diverse del momento.”  

    Il suo lavoro di sous chef, ovvero braccio destro dello chef, si arricchisce di un ruolo artistico fondamentale, che trova la sua realizzazione perfetta negli eventi, compleanni, lauree, anniversari e apericene.  

    La passione è un elemento vitale per Filippo, che da il meglio di sé sul lavoro con sempre maggiore voglia di crescere e migliorarsi:

    "Il mio sogno è di creare una mia azienda di catering e buffet per un ambiente selezionato, cercando di soddisfare sempre al massimo le richieste dei clienti.”  

    Quest’arte oggi l’ha riavvicinato sempre più al padre, comprendendo ora la dedizione per il suo lavoro, e portandoli a lavorare fianco a fianco, in cucina dunque come nella vita uniti dal sangue e dalla medesima passione.  

    La professionalità di Filippo si manifesta nella sua umiltà, non dimenticando mai di ringraziare i gestori dei locali dove ha mosso i primi passi dopo gli studi a Castelvetrano con la precisa volontà di dimostrare a tutti la sua grande passione per la cucina.

    “Se non siete capaci di qualche stregoneria, è inutile che vi occupiate di cucina”. Una massima che racchiude l’estro e la puntigliosità di Filippo: la sua è’ una storia d’amore con la cucina che non avrà mai fine.

    Ad maiora semper Filippo!

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